Teoria dei v.i.p.

Non so e non voglio stabilire se il mondo dei v.i.p., che secondo la mia opinione controlla i destini dell’umanità, si proponga altri fini, oltre la propria conservazione attraverso il predominio, ma so che per ottenerle deve senz’altro:

  • occuparsi della sopravvivenza della specie dando impuso all’ecologia;
  • tenere sotto controllo e tendenzialmente eliminare i fattori di concorrenza, come i nazionalismi e gli imperialismi;
  • preoccuparsi della sopravvivenza dei progetti deboli;
  • tenere sotto controllo ogni forma di diversità.

Trattandosi di semplici corollari della mia ipotesi principale, questi assunti non vanno dimostrati, ma servono per confermare la fondatezza della stessa, attraverso il reprimento di fatti e notizie, che rivelino l’esistenza, a livello mondiale, di un gruppo egemonico dotato di strutture stabili e obiettivi propri. Non si tratta di stabilire quali siano gli accadimenti più significativi e le prese di posizione più autorevoli, per sottoporli a verifica della loro conformità al mio assunto, ma di porsi, al contrario, la domanda: esistono nel mondo dell’informazione voci significative che parlino in assonanza o in favore degli interessi v.i.p, così come da me ipotizzati, e della loro politica di conservazione?

La risposta è immediata: tutto ciò che è favorevole a tali interessi (opinioni, comportamenti, etc.) è considerato normale; per contro, tutto ciò che è in contrasto con essi è considerato trasversale. Il Vangelo dei v.i.p. si chiama politically correct ed è un insieme di regole linguistiche e comportamentali, il cui rispetto è imposto in maniera categorica a tutti gli appartenenti al sistema. Perfino l’opposizione e contestazione ad esso, che è politicamente corretta, deve avvenire in modo politicamente corretto, la qual cosa costituisce una palese contraddizione.

Vincendo la mia istintiva antipatia per questa sorta di regime, sul quale pochi incominciano ad aprire gli occhi, mi chiedo se nell’immediato, esso possa giovare o meno al trionfo delle vocazioni, dando conferma alla sostanza della mia visione filosofica. Con profondo dispiacere prendo atto che la risposta è affermativa, occupandosi il mondo v.i.p. del problema delle vocazioni in modo più specifico e più competente di qualsiasi altra collettività. Tre caratteristiche in particolare rendono formidabile questa organizzazione: la struttura gerarchica, la mondializzazione e la normalizzazione.

Non ho dalla mia argomenti dimostrativi, ma descrivo profonde impressioni ricavate dalla consuetudine con la stampa e la televisione, nell’affermare quanto segue:

  1. il mondo v.i.p. non ha un capo, ma gerarchie di appartenenza, distinte per fasce d’importanza e di notorietà;
  2. tende all’attuazione di un governo planetario;
  3. tende a normalizzare qualunque forma di diversità attraverso l’omologazione.

L’unico ragionamento a sostegno del mio parere è che identici a quelli esposti sarebbero gli obiettivi politici di qualunque istituzione, che avesse gli stessi immensi poteri di monopolio sull’informazione e di conseguenza sull’opinione. L’assenza di un vertice (1) mondiale chiuso, che richiederebbe comunque un presidente, evita gli scontri e le rivalità che caratterizzano l’economia non solo capitalista e garantisce ampie autonomie locali. La mondializzazione (2) evita il sostanziale prevalere di tali autonomie, laddove tendano a sovvertire le regole. La normalizzazione (3) dei progetti deboli, al di là di ogni considerazione umanitaria, sembra garantire il controllo molto meglio di altri strumenti, come l’oppressione, l’esclusione (o isolamento) e lo sfruttamento palese. Lo sfruttamento effettivo della propensione gregaria è invece la scopo principale del mondo v.i.p., ma deve avvenire in forma surrettizia e indolore, il che si ottiene assegnando un preciso terreno di competenza alla giustizia sociale e, rispettivamente, alla competizione. Riservando alla prima il terreno del necessario a alla seconda il terreno del superfluo, garantendo a sé il privilegio di stabilire che cosa è necessario e che cosa è superfluo, il mondo v.i.p. ottiene la sommatoria massima dei risultati: tranquillità, chiarezza, semplificazione, rapidità, tempestività. L’obbiettivo teorico appare in realtà ancora lontano, ma non si prospettano, almeno attualmente, ostacoli teorici al suo raggiungimento. Una volta perfezionato il meccanismo di manipolazione delle opinioni, tutto sarà perfetto: i progetti forti, risultato di vocazioni forti, potranno, senza incontrare resistenza, piegare ai loro fini di conservazione la totalità dei progetti, assoggettandoli al proprio mantenimento. I privilegiati saranno, in altri termini, giudici incontrastati del loro privilegio.