La prospettiva indicata da Emanuele Severino pone la verità come data – non rivelata – da sempre in base:

– all’evidenza parmenidea di non poter non essere dell’essere

– al principio di non contraddizione.

I testi del Filosofo non sembrano mai implicare il concetto di ricerca (per trovare qualcosa che suppongo ci sia, ma che ancora non conosco) e si occupano invece del fondamento e delle conseguenze di un evidenza (struttura) originaria.