Altruismo 1

Un uomo può esser altruista per natura, per ragionamento o per disperazione.

  • Essere altruista per natura significa trarre maggior piacere dall’altruismo che dall’egoismo. In tal modo, giovando agli altrui, l’altruista per natura giova a se stesso ed è perciò anche egoista. Anzi, dato che agisce in conformità e non in contrasto con la sua natura, è più egoista che altruista.
  • L’altruista per ragionamento sacrifica un bene minore (presente) in vista di un bene maggiore (futuro). Oppure sacrifica la felicità terrena in vista di una felicità ultraterrena. Oppure si sacrifica a favore di persone ( la moglie, i genitori, i figli, etc.) la cui vita gli sta a cuore più della propria. Il primo e il secondo soggetto rivelano entrambi un egoismo di stampo utilitarista, perché il loro altruismo presume di ottenere un vantaggio . Costituisce cioè un mezzo e non un fine. Il terzo soggetto è simile all’altruista per natura, nell’ambito più circoscritto a cui si rivolge, e identico all’altruista per natura, il quale, come si è visto, agisce più da egoista che da altruista.
  • Nel terzo caso il soggetto (es.: un criminale pentito) ha perso qualunque interesse per la propria vita, che assume nel suo giudizio valore zero. In tal caso egli, agendo in nome dell’interesse altrui, sacrifica un interesse nullo in vista di un interesse effettivo (es.: la riabilitazione).

Nemmeno il santo (altruista per natura) rappresenta un caso di perfetto altruismo, come non lo rappresenta il masochista, per il quale il dispiacere (solo apparente) costituisce piacere. Dunque solo un incoerente, un pazzo può comportarsi in modo indiscutibilmente altruista.