Il problema della droga non può, ma deve a tutti gli effetti essere considerato come filosofico. Investe infatti a pieno titolo:
Aspetti genealogici della filosofia tradizionale, nella misura in cui la droga è teorizzata come rimedio contro le angosce esistenziali
- Aspetti psicologici a sfondo filosofico, laddove filoni di pensiero e tendenze culturali anti- tradizionali invitano a cercare nel fuori di sé quella verità oggettiva che la filosofia classica ha sempre cercato nell’in sé
- Aspetti teologici, laddove l’assunzione di stupefacenti pretende di identificarsi con l’esperienza mistica
- Aspetti del nichilismo, inteso come nucleo essenziale della filosofia contemporanea, laddove la droga diviene strumento di consapevole autodistruzione
- Aspetti macroeconomici, laddove l’economia di intere nazioni è basata sulla sua produzione ed esportazione
- Aspetti antropologici, laddove la droga viene a costituire elemento unificatore del mondo giovanile, sostrato del divertimento, momento insostituibile del tempo libero
Questi e altri indizi qualitativi e quantitativi rendono non solo impossibile la riduzione del problema a questione sanitaria e di ordine pubblico, ma rendono inadeguata ogni analisi e soluzione riferibile a questi ultimi due aspetti, che non tenga conto degli aspetti filosofici sopra citati.