Religione e violenza

Da chi non la pratica, una religione viene giudicata in base ai suoi principi, i quali, almeno nelle religioni più diffuse, fanno riferimento a determinati testi sacri. Ogni testo, com’è noto, richiede un’interpretazione, che per lo più è controversa e quasi mai universalmente condivisa. Se i principi di una religione contengono esortazioni alla violenza, diremo che la religione è violenta e di conseguenza pericolosa. Se detti principi possono essere interpretati come favorevoli alla violenza non univocamente, ma equivocamente o soggettivamente, dovremmo dire che è doppiamente pericolosa, perché meno prevedibili vengono ad essere i comportamenti che derivano dai suoi principi e le conseguenze che ne scaturiscono. Allo stesso modo diffideremmo di una persona ritenuta da alcuni pacifica e da altri pericolosa e ugualmente avremmo ragione di temere una persona che si riveli aggressiva solo in particolari circostanze. Ma ammettiamo che esista un religione che sia ritenuta, almeno dalla maggioranza dei dotti, pacificamente pacifica. Essendo una caratteristica costitutiva della religione, almeno secondo la definizione da me formulata, quella di con-vincere, anche la presunta religione pacifica nel suo predicare la pace potrebbe evidentemente minacciare la sicurezza di coloro che, tendenzialmente non violenti, ritengono di dover possedere e usare strumenti di violenza (armi) per difendersi da altri violenti. E a maggior ragione, col suo predicare la non violenza, detta religione urterebbe gli interessi dei dichiaratamente violenti e degli effettivamente violenti non dichiarati, generando conflitti.

Da tutti questi esempi, che alludono nella loro semplicità a tutta la casistica pensabile, emerge con sufficiente chiarezza che eà nella natura della religionecioè nella pretesa di convincere chi non è convinto, la tendenza insopprimibile a generare conflitti e sempre nuova pericolosità sociale. Per sopprimere la quale la religione dovrebbe rinunciare a creare proseliti, cioè a se stessa, per tornare ad essere fede.