Uomo grande

Il grande uomo non aspira ad essere imbalsamato, ma vuol essere intensamente sfruttato, come una miniera o una fonte inesauribile VERITA’ E ONNISCIENZA
Oltre alla necessità di dover distinguere concetti indistinguibili (mente-corpo, pensiero-realtà), la ricerca della verità s’imbatte in altre difficoltà e contraddizioni. Ad esempio, considerando se stesso finito, l’individuo ha la pretesa di conoscere un oggetto (il tutto) di cui non conosce la dimensione (finita o infinita). O il soggetto finito si considera potenzialmente ma, ovviamente, non attualmente onniscente intorno a un oggetto (mondo) infinito e allora la ricerca della verità si propone come cammino o tendenza infinita, oppure il soggetto si ritiene in tutto finito e come tale idoneo a conoscere solo un oggetto (universo, mondo) finito. Nel primo caso avremmo un soggetto cognitivo finito per certi aspetti e infinito per altri e una ricerca incapace di trovare ciò che cerca (l’infinito), ma solo di conoscere sempre nuovi aspetti finiti dell’infinito, che in nessun modo corrispondono all’enfasi di meta finale che si suole attribuire alla verità. Nel secondo caso la finitudine del soggetto e dell’oggetto non sarebbero incompatibili con la possibilità dell’onniscienza. In altre parole, se il tutto conoscibile fosse infinito, non basterebbe per conoscerlo un’onniscienza potenziale, ma occorrerebbe un’onniscienza attuale. Se viceversa il tutto conoscibile fosse finito, l’onniscienza potrebbe esser prerogativa di un entità conoscente (uomo, metautoma, etc.) finito. In entrambi i casi la verità posta come meta

di una ricerca:

– in caso di oggetto sussistente al di fuori del soggetto richiederebbe l’onniscienza come strumento

– in caso di verità soggettiva coinciderebbe con l’onniscienza stessa.