Si tratta di una nuova, ma già diffusa attività, che comporta l’uso della parola mediatica, ma soprattutto un repertorio di faccine indignate. Scopo evidente di tutto ciò è di orientare le sensibilità delle masse in modo unidirezionale e più precisamente:
- l’annegamento in mare (inevitabile, epocale, biblico) deve destare orrore, costernazione, indignazione e stimolare l’ indicazione di un colpevole, che si presume immediata, chiara e lampante.
- Le traversie dei minori devono in ogni caso scuotere le coscienze in maniera di gran lunga superiore a quelle dei maggiori (maiores), di cui non frega niente a nessuno. Non da oggi infatti il termine “vecchio” è diventato un insulto.
- La violazione dei diritti delle minoranze è, chissà perchè, molto più grave della violazione dei diritti delle maggioranze, verso le quali si lascia intravvedere una velata antipatia.
- La rapina e l’uccisione dei negozianti e il suicidio degli imprenditori devono avere poco risalto per non alimentare la paura.
- Gli atti terroristici devono stimolare la riflessione e il dialogo.
I portatori di faccine indignate sembrano così compiaciuti delle medesime da non desiderare affatto la cessazione degli annegamenti