Utrum

Utrum

 
Ritti in piedi o seduti sulla sedia
stiracchiandosi: è meglio il dogmatismo,
lo scetticismo,
oppur la via intermedia?
E’ meglio kantianamente inferire
da premesse eccellenti
conclusioni egregie
e sorprendenti
snocciolando, come ciliegie
o come olive ascolane da farcire,
giudizio da giudizio,
opera meritoria,
o è meglio abbandonarsi alla libidine
provocatoria,
lasciando la virtù della pazienza
a donne arabe e vasai cinesi?
E’ meglio risalire la vertigine
di improbabili ipotesi
e capricciose intuizioni
o essere corenti
nel cercare fondati fondamenti
alle proprie affermazioni?
Meglio il pensiero o l’azione,
l’impulso o la riflessione,
la virtù o il vizio?
Meglio morire in battaglia
o finire all’ospizio?
Io, che per appianarmi la vita
ho preso il gusto e lo sfizio
di mettere sulle mie dita
tutto, tranne gli anelli,
così mi comporto: con quelli
che, bontà loro, dimostrano
di dar credito a qualche mia opinione
mi faccio serio
e sostengo l’imperio
della ragione.
Con chi invece, perplesso
per una mia affermazione,
mi guarda con degnazione,
come si guarda un fesso,
faccio l’ameno e il buffone
in mala fede sostenendo, sleale,
la preminenza dell’irrazionale.